Atri, il Sindaco Ferretti deluso dalle scelte della Asl sul San Liberatore

<<Come mi sento? Come un sindaco di una comunità presa in giro, alla quale era stata data una parola che oggi, alla luce di quello che ho appreso, anche da contatti diretti con i dirigenti della Asl di Teramo, viene smentita dai fatti>> E’ molto provato e amareggiato il primo cittadino di Atri, Piergiorgio Ferretti, avendo avuto notizia, confermata, del ridimensionamento del reparto di Pediatria dell’ Ospedale San Liberatore, che diverrebbe una struttura con sole 12 ore giornaliere di attività contro le 24 in cui operava prima della pandemia. Appena qualche mese fa, il 12 Febbraio 2021, il manager degli uffici di via Circonvallazione Ragusa, Maurizio Di Giosia, aveva dichiarato, in occasione della visita al presidio ospedaliero, insieme ad direttore sanitario teramano, Maurizio Brucchi:<<Salvo peggioramenti della curva epidemiologica il 15 marzo prossimo riapriremo il reparto di Pediatria, importantissimo per l’intero comprensorio atriano e che accoglie anche pazienti dalla provincia di Pescara, e sarà riattivato anche il Centro regionale di Fibrosi Cistica. Questa riapertura si aggiunge a quella della Chirurgia, dell’Ortopedia e della Medicina. Sempre ad Atri è stato aperto il reparto di Riabilitazione Respiratoria, unico della regione Abruzzo, anche su forte sollecitazione proveniente dal territorio”. Promesse rimaste sulla carta , a ben vedere, a distanza di appena due mesi, tanto che nella giornata del 22 Aprile, i gruppi consigliari di maggioranza comunale della città Ducale, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Civici, si sono ritrovati attorno ad un tavolo per organizzare la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario dedicato al Presidio Ospedaliero San Liberatore di Atri. Un gesto che la dice lunga sulla delusione delle forze politiche del centro destra che hanno sempre fatto affidamento su quanto, da più parti, dagli uomini del consiglio regionale ai vertici della Asl, avevano dichiarato sul futuro del nosocomio atriano. Al quale, per completezza di informazione, è stata già portata via la efficiente e strategica struttura sanitaria di Urologia, trasferita con personale e macchinari al Mazzini di Teramo. A nulla sono valse le presenze in assise comunale degli uomini della Lega abruzzese che , in occasione del consiglio comunale straordinario chiesto dal Partito Democratico, avevano rassicurato i presenti e la città sulla riapertura dei reparti sacrificati all’emergenza pandemica. Ora, a richiedere una sessione straordinaria del consiglio comunale sul tema, sono le forze di governo, mentre le opposizioni tuonano contro chi non ha voluto sentire le raccomandazioni che provenivano dai loro banchi durante la gestione del Covid-19. <<Ho fatto tutto quello che c’era da fare durante l’emergenza sanitaria e mi sento con la coscienza a posto- continua il Ferretti- solo che non mi sarei mai aspettato un comportamento diverso da parte di chi ha il potere decisionale>>, >>Questa maggioranza – dichiarano i componenti dei gruppi consigliari – non vuole più sentire parlare di tagli e ridimensionamenti. Tutti durante la pandemia hanno assicurato il ripristino dei reparti a emergenza conclusa. Per questa ragione saranno invitati tutti i consiglieri regionali della provincia di Teramo, l’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì, il Direttore Generale e il Direttore Sanitario della ASL di Teramo in un Consiglio Comunale straordinario sul tema. Difenderemo il nostro Ospedale dal ridimensionamento. Il San Liberatore, come la pandemia ha evidenziato, è essenziale per un ampio territorio e deve essere semmai potenziato. Basta con tagli e chiusure>>. <<Ricordo che tutti, conclude Ferretti-dal Direttore Generale Maurizio Di Giosia all’assessora Nicoletta Verì, passando per il Presidente della Regione Marco Marsilio fino agli assessori della Lega Pietro Quaresimale, Emiliano Di Matteo e Antonio Di Gianvittorio si sono espressi mostrando tutte le intenzioni affinché ad Atri tutte le attività pre Covid-19 potessero riprendere dopo l’emergenza legata alla pandemia.