Inceneritore di Casoli di Atri, interviene Italia Nostra spiegando i pericoli per la salute pubblica della comunità

In una nota la sezione Bassani di Italia Nostra di Atri si legge: “la ditta N.D.T. ENERGY S.r.l ubicata in contrada La Stracca di Casoli di Atri ha presentato alla Regione Abruzzo un progetto per un inceneritore, per incenerire gli elementi di scarto dell’impresa Neodecortech S.p.A. derivanti dalla produzione di pannelli e film polimerici prevedendo il recupero di energia dalla combustione e per questo avrebbe diritto a fondi del P.N.R.R. della transizione ecologica. Ora – spiega il comunicato- è accertato che l’incenerimento ha una bassa resa energetica, produce il triplo dell’anidride carbonica rispetto alle normali fonti fossili tanto che la Comunità Europea vuole imporre una carbon tax che inevitabilmente farà alzare i prezzi dell’incenerimento. Tra l’altro gli inceneritori producono ¼ di ceneri dal materiale in entrata, rifiuti speciali comunque da smaltire. In Germania le ceneri residue vengono poste in miniere di salgemma considerate geologicamente stabili dentro contenitori di nylon, in Giappone vengono vetrificate e nel nostro caso come, dove saranno smaltite? L’Europa infatti importa il 60 % delle materie prime da altri continenti e ha ben capito che deve minimizzare al massimo la dissipazione di materiali e quindi favorire l’economia circolare . Richiamiamo- prosegue Italia Nostra- che l’incenerimento per l‘Unione Europea è l’ultima opzione possibile per i rifiuti avendo stabilito una graduatoria di priorità: riduzione, riuso, riciclo, che dànno tanti posti di lavoro al contrario dell’incenerimento che comunque non elimina i fabbisogno di una discarica per le scorie. Nei paesi del Nord Europa e in Italia (es. a Livorno) sta iniziando un processo di smantellamento degli inceneritori, in America non se ne costruiscono dal 1997! Com’è possibile che allora finanzino direttamente o indirettamente inceneritori in Abruzzo? E dico-afferma la presidente Patrizia Giannascoli– inceneritori perché pare ci sia l’intenzione di finanziarne altri nella nostra regione. Se è vero che gli inceneritori emettono sostanze gravemente nocive per la salute, l’incenerimento delle plastiche (come parrebbe nel nostro caso) è una delle operazioni più pericolose di termodistruzione per l’emissione di diossine, metalli pesanti e di altre molecole nocive per la salute e per l‘ambiente. Anche se venissero adottate le tecnologie più avanzate per ridurre la concentrazione degli inquinanti nei fumi del camino, quel che conta è l’accumulo che nel tempo le sostanze tossiche produrrebbero nell’ambiente, essendo in gran parte inquinanti persistenti se non perenni, molte delle quali ricomprese nel novero delle POPs (Persistent Organic Polluttants), bandite dal Protocollo di Aarhus del 24 giugno 1998, dalla Convenzione di Stoccolma de 2001 e dal Regolamento U.E. 2019/1021. La crisi climatica in corso, con ondate di calore, siccità che comincia da quest’anno a colpire seriamente anche l’Abruzzo, con piogge più rare ma di straordinaria intensità, dovrebbe imporre la cessazione dell’emissione di fumi con molecole climalteranti e il riciclo della materia piuttosto che bruciarla, secondo gli impegni sottoscritti dall’Italia alla COP di Parigi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, la riduzione dei gas-serra del 65% entro l’imminente 2030; il tutto per non superare il riscaldamento medio globale di 1,5 gradi e mantenersi al di sotto di 2 gradi, oltre i quali la situazione climatica andrebbe completamente fuori controllo. I cittadini della zona in cui si vuole costruire l’inceneritore sono quindi preoccupati e si sono riuniti in un comitato e Italia Nostra non può che stare dalla loro parte. La zona sarebbe già in parte compromessa dalle attività dall’area industriale e non sopporterebbe un ulteriore carico inquinante, anche perché nel circondario l’agricoltura è fiorente con colture ed allevamenti anche bio. Numerosi studi evidenziano che le nanoparticelle di polveri con metalli pesanti e diossine che escono dal camino degli inceneritori attraversano i tessuti polmonari e si possono ritrovare in tutte le parti del corpo. E queste polveri dal diametro inferiore allo 0,1 micron così insidiose non sono rilevabili dagli strumenti di controllo e non esistono limiti di legge! L’Università di Montreal le ha trovate persino nei tessuti cerebrali e ne ha dimostrato la relazione con l’aumento di tumori al cervello; un litro di latte vaccino dà a chi lo beve, anche a grandi distanza dal luogo di produzione, la stessa quantità di diossina che si respirerebbe stando 8 mesi nei pressi dell’inceneritori perché purtroppo esiste il bioaccumulo e certe sostanze, come le diossine, che si accumulano nel tempo, le ritroviamo nelle uova, nel latte, nei formaggi, nel grasso in genere per cui il problema non riguarda solo chi abita nei pressi dell’inceneritore ma ci riguarda tutti!