Atri, grande commozione nella cerimonia per l’ingresso tra i Frati Minori Conventuali di Fra Domenico Paolo Di Ridolfi

Atri come Assisi e l’Abruzzo come l’Umbria in fatto di vocazioni? Possiamo dire che la nostra città, nota per le tantissime chiese, oggi è una delle poche comunità che ancora riesce a esprimere giovani che sentono il richiamo della vita monastica, suora o frate che sia. Un dato nient’affatto scontato soprattutto in una società sempre più dematerializzata e liquida dove i rapporti umani scorrono sullo smartphone con faccine, saluti epoche parole abbinate e tantissime foto. Il narcisismo ha preso il sopravvento e l’apparire è divenuto più importante dell’essere. In questo mondo in cui il cuore batte per il consumismo sfrenato, c’è ancora qualche ragazzo che sente dentro di sé il richiamo di Dio. Non è un caso isolato ma frutto di un’educazione familiare ad alcuni sani principi della vita, dell’altruismo e del rispetto verso il prossimo Fondamenta di una sana convivenza che in taluni soggetti accrescono la vicinanza verso un Uomo che non parla ma che sa trasmettere al cuore di chi vuole accostarsi a sé dei valori imprescindibili. Come nel caso di Domenico Di Ridolfi, il quale, esattamente una settimana fa, ha lasciato la sua famiglia per entrare in quella dell’ordine dei Frati Minori Conventuali, rinunciando a tutto, persino all’affetto dei propri cari divenuti una seconda famiglia. Egli ha davanti a sé un percorso pieno di rinunce, di sacrifici e di grande applicazione alla vita dei francescani che richiede umiltà e povertà. Due parole lontane da questa società ma che battono nel cuore del nuovo frate al quale auguriamo ogni bene