San Liberatore, si va verso la conversione totale della struttura. Chiusi alcuni reparti

Blocco totale delle sale operatorie, salvo casi urgentissimi, accorpamenti di reparti e stravolgimento dell’intera struttura del San Liberatore. Quattro pazienti di cardiologia trasferiti a Giulianova per liberare spazio in favore dei degenti del Covid, come per la Pediatria. E’ questa la drammatica conclusione della riunione del Comitato di Crisi della Asl di Teramo a cui si sarebbe arrivati dopo l’aumento dei ricoveri nel territorio provinciale e regionale. Nessun presidio si può chiamare fuori dall’esigenza, Giulianova compreso, al quale sarebbero stati richiesti almeno cinquanta posti letto a stretto giro. Sorte diversa per quello di Atri, già con Reparto Covid nell’ala vecchia, dove dagli iniziali quaranta si passerebbe ad almeno cento, salvo ulteriori esigenze nelle prossime ore in cui, dalle informazioni del Comitato, si attenderebbe una nuova escalation dei contagi e ricoveri. Una nota interna del nosocomio denuncia la gravità di quanto accaduto affermando che si tratta di “una scelta inspiegabile non dettata da motivazioni scientifiche, non tenendo conto che siamo il presidio periferico che effettua il maggior numero di prestazioni , una scelta quindi che va a ledere anche il diritto alla salute di tutta la popolazione perché non ci si ammala solo di Covid, una scelta prevalentemente politica che ci lascia tutti delusi ed immotivati. La CGIL in questi giorni si è adoperata per evitare questa nefandezza facendo un esposto alla procura e ai Nas ed allo stesso tempo ho fatto una segnalazione all’ufficio di prevenzione e sicurezza dei lavoratori per denunciare la non idoneità della struttura, la mancanza di spogliatoi idonei e la mancanza dei doppi armadietti etc. Infatti domani verrà ad Atri la dot.ssa Savini per fare vari sopralluoghi . Continueremo a lottare spero con l’approvazione di tutti i lavoratori e siamo delusi del mancato intervento degli altri sindacati che fino ad ora non ci hanno appoggiato in questa lotta. Ancora una volta resteranno ai blocchi di partenza tutte le altre attività ambulatoriali, le quali, dopo la prima ondata, avevano celermente ripreso le prestazioni arretrate. Con ripercussioni sulla salute dei tanti cittadini del vaso bacino del San Liberatore.