“Il primo pensiero è andato a mio padre” Intervista al Sindaco di Atri Piergiorgio Ferretti. “Con Astolfi piena sintonia e dobbiamo lavorare per il bene della città”
Nella lunga lista dei Sindaci della Città Ducale, è la prima volta che il Sindaco appena eletto non proviene dal popoloso quartiere di Sant’Antonio – Viale Risorgimento- e solo in alcuni casi , dall’altro quartiere di Capo d’Atri. Tranne l’avv. Santino Verna e suo figlio Giovanni, i primi cittadini che hanno messo la fascia tricolore erano per l’appunto della zona nata e sviluppata nell’immediato dopoguerra. Ad iniziare da Emilio Mattucci per arrivare a Vittorio Castagna, passando per Mario Saverio Italiani, Emilio Marcone, Giuliano Giuliani, Elvio Malvezzi, sino ad arrivare ai più recenti Mario Marchese, Paolo Basilico e finire con Gabriele Astolfi. Piergiorgio Ferretti si definisce “oriundo” quando gli faccio notare che è del quartiere di San Domenico, il primo in questa zona a ricoprire la carica di Sindaco. Vive da tanti anni in quella zona, ma non può dimenticare le radici che sono in altro quartiere. Pura curiosità, perché a lui oggi interessa essere il Sindaco di tutti, anche di chi non lo ha votato.
Sindaco Ferretti, archiviate le elezioni il cui risultato ha sostanzialmente premiato e confermato l’amministrazione uscente, di cui lei è stato vice sindaco e assessore alla Pubblica Istruzione, le chiedo qual è il primo pensiero che ha avuto la sera del risultato e l’incoronazione vera e propria quando è stato proclamato Sindaco;
Il mio primo pensiero non poteva che andare a mio padre.
Ho pensato che sarebbe stato felice ed orgoglioso, ma che avrebbe vissuto la mia elezione come sempre: con estrema continenza ed equilibrio, pensando, sin da subito, alle responsabilità che avrei dovuto assumermi ed alle tante cose che avrei (e devo) realizzare per meritare la grande fiducia ricevuta. Inoltre, ho pensato agli amici che hanno decisamente contribuito alla mia elezione, ma che non sono stati eletti. Mi riferisco a Dino Centorame, Carlo Morricone, Donatella Santone, Annamaria Aschieri e Mariapaola Fortunato i quali saranno coinvolti ed avranno un ruolo importante, nell’interesse dell’amministrazione ed in segno di riconoscimento e stima. Ho provato anche grande soddisfazione nel constatare che i cittadini hanno decisamente apprezzato il qualificato lavoro della “squadra” uscente.
La squadra che la affiancherà in questa legislatura, vede la presenza, in ruoli piuttosto strategici, di figure femminili. Dal Presidente dell’Assemblea Consigliare e la sua vice, agli assessori, con una incidenza “rosa” non frequente. Forse il suo primo atto rivoluzionario parte da qui?
Non è un atto rivoluzionario, ma è il riconoscimento delle qualità e delle competenze. L’impostazione è stata innovativa in sede di formazione della lista, in quanto ho voluto otto donne e otto uomini, in modo che ci fosse una giusta competizione (tenuto conto del voto di genere) e pari rappresentanza.
Le problematiche che riguardano la nostra città sono molteplici e non rinviabili, prima tra tutte la questione lavoro. Come intende procedere in questa direzione e quali sono le prospettive a breve e medio termine?
Il lavoro sarà il punto nodale su cui si concentrerà l’amministrazione. Ritengo che vada profuso ogni sforzo affinché in Atri possano insediarsi alcune attività produttive che diano impulso all’occupazione. Inoltre, la dislocazione in centro storico dei servizi pubblici, il progetto dell’albergo diffuso e il convitto scolastico presso il palazzo Cardinale Cicada costituiscono alcune condizioni per creare concrete possibilità di lavoro e di sviluppo, anche per attività commerciali. Tali iniziative rivitalizzeranno il centro storico.
Come è noto, il fiore all’occhiello della nostra città, è la Cattedrale, con annesso Museo Capitolare e Chiostro. Leggendo il programma delle manifestazioni estive l’apertura della Porta Santa non è tra gli eventi in calendario per i lavori in corso. Pensa che per quella data (14 Agosto) le attività lavorative saranno concluse?
La manifestazione non è stata inserita solo in via precauzionale, ma l’Assessore, insieme al Parroco, la sta organizzando, poiché i lavori saranno conclusi prima del 14 agosto.
La manutenzione del verde pubblico, la riqualificazione del centro storico e la viabilità urbana, compresa la criticità del personale della Polizia Urbana, la cui dotazione organica è ridotta per via dei pensionamenti passati e imminenti, che posto occupano nella sua agenda amministrativa?
I vigili attualmente sono 8, e non sono pochissimi. Subito dopo il consuntivo del 23 luglio, ci saranno le assunzioni per il periodo estivo. Il primo atto della mia “agenda” è la messa a norma della scuola elementare. Le altre cose a cui Lei fa riferimento saranno approvate, ovviamente dopo l’approvazione del consuntivo.
Gabriele Astolfi ha governato la città 10 anni e oggi è un assessore, per quanto importante, il cui ruolo ha un peso specifico in Giunta. Come si relaziona con lui, e quanto conta la sua parola “politicamente” parlando?
A Gabriele Astolfi sono legato da profonda stima ed affetto. Con lui ho trovato sempre un punto d’incontro, in quanto è persona estremamente intelligente e generosa, che ci ha dato la possibilità di portare a compimento ogni progetto ritenuto utile. Rappresenta una figura di grande importanza per Atri, con cui mi confronto quotidianamente e a cui chiedo consiglio, anche perché conosce tutti i settori del Comune. Devo ringraziarlo per l’atteggiamento rispettoso che ha avuto anche dopo le elezioni. Sono sicuro che – pur nella diversità nel modo di affrontare le cose – realizzeremo qualcosa di importante. Per il “bene di Atri”, dobbiamo fare in modo che lui possa farlo con un ruolo in Regione.
La scuola è stata la sua fucina dalla quale ha tratto un indubbio riconoscimento elettorale oltre che personale in fatto di gratificazione e obiettivi raggiunti. Il Municipio è la casa degli atriani e la sua carica non è quella del professore ma del “servitore” a disposizione di tutti i concittadini. Non sarà lei a fare le pagelle ma i cittadini a lei. Che sensazione prova in questo ruolo non abituale?
Se il “mondo della scuola” mi ha premiato elettoralmente, ciò mi fa notevolmente piacere, in quanto lì ho “agito” principalmente ed è evidente che sono stato apprezzato, come persona, insegnante ed amministratore. Nella mia vita mai mi sono preoccupato di essere giudicato, ma ho cercato sempre di “lavorare”, ed a volte l’ho fatto incessantemente ed “in silenzio”, riportando tangibili risultati. Mi auguro che ciò accada anche questa volta. Non ho intenzione di cambiare. Se mi sentivo ed ero un servitore da insegnante, mi sento e sarò un servitore da Sindaco. Cercherò, con il solito impegno, di fare del bene e di poter ricambiare la grande fiducia che abbiamo ricevuto dai cittadini, che ci hanno premiato in modo così netto, al di là di ogni previsione.