“Servire e non servirsi”. Il modello di vita di Giovanni Verna ricordato a sette anni dalla sua scomparsa.
Ricorre il settimo anniversario dalla morte di Giovanni Verna, nostro amato concittadino, più volte impegnato nell’amministrazione della città, dove fù anche Sindaco, e in Provincia come capogruppo della Democrazia Cristiana. La famiglia, insieme agli amici della Rai-sede regionale dell’Abruzzo- e alle ACLI, ne hanno ricordato brillantemente la figura di padre, uomo, cristiano e giornalista. Per 32 anni in servizio presso il TG Regionale di Rai Tre Abruzzo, dove fù anche capo redattore, è stato come giornalista sicuramente un uomo equilibrato, composto e attento. Esemplare genitore e modello di cristianità vissuta nel senso più ampio del termine, oltre che nella perfezione umana, ha sempre impresso al suo impegno politico e istituzionale, quella massima che fù di Don Luigi Sturzo, padre del Partito Popolare Italiano: “servire e non servirsi”. Un modello comportamentale a cui si ispirava la sua azione, da padre, politico e giornalista. Servire il prossimo, servire la comunità, servire il pubblico , quello della televisione che aspettava alle 14.00 il telegiornale dell’Abruzzo, con imparzialità, obiettività e senza compromessi. Il servizio non era qualcosa che arrivava dopo, ma prima, con chiarezza e trasparenza. Servire e non servirsi è stato il miglior esempio di chi, al potere, dietro una scrivania, alla guida di un organo d’informazione autorevole, o come amministratore, anteponeva l’interesse generale a quello personale. Uomo sensibile, di cultura e appassionato di arte, nel suo studio , aveva opere di grandi maestri dell’arte contemporanea, da De Chirico ad Aligi Sassu, da Fiume a Cascella. Autore di molte pubblicazioni e presidente dell’Associazione Culturale “Luigi Illuminati” ha reso possibile la pubblicazione di molti scritti relativi alla nostra città. Dalle pubblicazioni storiche a quelle più divertenti, come le “poesie dialettali” di Antonino Anello dal titolo “Voci di Piazza”. Un libro che lo stesso Giovani definiva come “l‘autore ha saputo giocare con sentimenti e passioni ma sempre tenendo presente la centralità della persona” Quella centralità che Giovanni Verna ha avuto presente nella sua vita professionale e personale, come da ultimo testimonia la battaglia contro al chiusura del Punto Nascita del nostro ospedale e la sua presenza in una trasmissione televisiva da me condotta. Diceva Giovanni in un suo libro che “la vita vale la pena di essere vissuta se è ricca di solidarietà e di amore”. Una dichiarazione di amore universale per tutti gli uomini che talvolta non apprezzano il dono più grande che Dio ci ha dato: la vita.