Atri, nostra inchiesta sui venditori abusivi nel parcheggio dell’ospedale San Liberatore e sul pericolo per i pazienti

Atri, nostra inchiesta sui venditori abusivi nel parcheggio dell’ospedale San Liberatore e sul pericolo per i pazienti

Torniamo a parlare dell’Ospedale San Liberatore ma non nel senso più stretto del termine, ma di quello che è il mondo intorno al quale si muovono le persone che ogni benedetto giorno raggiungono il presidio ospedaliero. Dal parcheggio adiacente al campo sportivo, dove una volta sorgeva il palazzetto dello sport, all’area sovrastante e all’accesso dalla parte di via Del Risorgimento del vecchio nosocomio. La nostra giornata tipo inizia con l’arrivo in auto nell’ex campo di basket e da lontano scorgiamo la figura di un uomo di colore che ci indica quale posto  è libero per parcheggiare. Non chiede né pretende nulla, si muove con discrezione e cerca di intuire con chi ha a che fare. Va da sé che la cortesia di trovarci una sistemazione al volo in tempi rapidissimi va ripagata con mancia e saluti. Non arriviamo nemmeno all’ingresso del San Liberatore che incrociamo un venditore ambulante, italiano, sui quarant’anni, accento meridionale che ci propone un “negozio” fornitissimo, dagli oggetti per la pulizia dell’auto agli accendini, passando per calzini, intimo e altro. Manca solo da mangiare ma per questo c’è il furgone che sosta nel piazzale del parcheggio dello stadio dove c’è persino il distributore dell’acqua che, dicono gli astanti in fila per riempire le bottiglie, è aumentata di qualche centesimo. Guadagniamo lentamente l’ingresso del nosocomio, andiamo al Cup, il centro prenotazioni,  facciamo la nostra visita specialistica,  e alla fine della quale, poiché  il digiuno si protrae dalla notte precedente, come raccomandato dalle prescrizioni mediche, andiamo al bar esterno dell’edificio sanitario. Cerchiamo di attraversare la strada su un marciapiede malconcio, instabile,  ma non è facile. Le strisce pedonali sono del tutto invisibili, tant’è che una signora anziana si muove con prudenza e si guarda bene attorno perché le autovetture escono dal vecchio ingresso dell’ospedale e incrociano altre che vi entrano nonostante un divieto ben visibile sistematicamente eluso. “Succede ogni giorno, sussurra un residente della zona, non ci sono controlli e prima o poi succede qualcosa di grave “.  “La Polizia Locale passa ogni tanto ma che vuole, sono pochi e si fa quel che si può, aggiunge un commerciante del quartiere”. In effetti, di auto che entrano in barba al divieto, ne contiamo almeno una ventina in meno di mezz’ora e per poco non si è verificato un incidente frontale tra due automezzi.  Sulle strisce schiarite e non più visibili troviamo anche delle auto in sosta con le quattro frecce d’emergenza accese, come se la fermata fosse giustificata dall’accensione dei dispositivi luminosi. Un cliente esce dal bar con un gratta e vinci e un sorriso che si coglie a vista: ha vinto 100 euro e non lesina la telefonata all’amico che aveva scommesso che al gioco non avrebbe mai vinto ritenendolo sfortunato. Rientrando in auto il parcheggiatore del giorno ci saluta e ringrazia, mettendo una mano in tasca dalla quale esce un discreto gruzzoletto. La giornata è salva. Domani è di nuovo qui!

Lavocedelcerrano

Direttore Responsabile e Fondatore del Giornale " la Voce del Cerrano"

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