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Il Comune di Pescara chiede il pagamento dell’IMU all’INPS, nonostante la legge.

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Adriatica Risorse Spa – società di Riscossione della Città di Pescara il cui capitale sociale è detenuto al 100% dal Comune di Pescara – attraverso avvisi di accertamento – ha richiesto all’INPS l’omesso versamento dell’IMU per il fatto di essere proprietario della Casa Albergo “La Pineta” di Pescara.Come noto, l’IMU è un’imposta al cui pagamento è tenuto il proprietario di beni immobili, ovvero il titolare di un diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi ecc.Tuttavia, l’art. 7, c. 1. lett. i) del D. Leg. 504/92 stabilisce che sono esenti dall’imposta gli immobili utilizzati dai soggetti di cui all’art. 73, c. 1 lett. c, del TUIR – tra cui l’INPS – purché siano «destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive…».La Casa Albergo è destinata ad ospitare esclusivamente i pensionati della gestione pubblica e i pensionati di altri Enti iscritti al Fondo Credito, individuati mediante bando pubblico. Gli ospiti della Struttura ricevono numerosi servizi: oltre al vitto e all’alloggio, godono pure del servizio di portineria giornaliera, di assistenza medica e infermieristica,anche notturna,nonchédella possibilità di partecipare a iniziative ricreative, culturali e sportive.La Struttura è finanziata con la contribuzione mensile dei dipendenti pubblici in servizio nonché dalla trattenuta dei pensionati pubblici rispettivamente per lo 0,35% e 0,15% delle retribuzioni/pensioni (cfr. Decreto del Ministero dell’Economia e delle finanze n. 45/07).Solo gli ospiti della Struttura, in virtù della loro presenza, sono solo tenuti a pagare un contributo economico mensile aggiuntivo (più o meno simbolico) commisurato alla loro fascia di appartenenza dell’indicatore ISEE.È di tutta evidenza, pertanto, che si tratta di una struttura attraverso la quale l’INPS eroga una prestazione previdenziale di natura reale prevista dall’Ordinamento e che non sussistono in alcun modo, nel caso di specie, le “modalità commerciali” a cui fa riferimento la norma di legge citata.La Casa Albergo, dunque, non è – come forse immagina la società di riscossione pescarese – uno strumento “per far cassa”.Ciononostante, detta società reitera invece le richieste di pagamento dell’imposta, costringendo l’Istituto, obtorto collo,a difendersi nelle opportune sedi giudiziarie ed amministrative.Tutto ciò avviene nonostante i precedenti favorevoli in sede giudiziale che hanno riconosciuto che i benefici complementari relativi a prestazioni previdenziali di carattere sociale erogati dall’Ente agli iscritti non costituiscono attività commerciale e sono in totale assenza di produzioni di utili o di redditi (Cfr. Sent. CTP di Pescara n. 549/2015).Forse il Comune di Pescara potrebbe intervenire sulla sua società in house per evitare possibilmente comportamenti che rischiano di apparire persino temerari

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