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Atri, il nome condiviso del centro sinistra rinuncia alla candidatura e restano sul tavolo Marcone e Zippilli. Forze politiche ancora lontane dal decidere

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Nell’apparente calma delle giornate novembrine , la cui temperatura  è fuori stagione,  alla cena organizzata lontana dagli sguardi indiscreti gli invitati provengono da località diverse  ma  con stimoli e  ambizioni comuni, almeno a quanto si sono detti prima di ritrovarsi attorno a quel tavolo. C’è chi arriva con la candidatura in tasca, anche se non ancora ufficiale, e chi, seduta stante, spera di trovarla tra i commensali. I convenevoli sono di rito, così come il menù, rigorosamente alla carta, prezzo fisso e bevande escluse, vista l’ora tarda a cui si va incontro tra una chiacchiera e l’altra è consigliato astenersi dalle bevande che potrebbero alterare il risultato di un eventuale controllo con l’etilometro.  Bocche cucite è la raccomandazione che si consegnano gli invitati a quella che potrebbe essere l’ultima cena. Sì, perché a quanto si apprende anche questa volta, come nel 2018, il tavolo avrebbe perso la ragione della cena, lo scopo ultimo che era l’obiettivo dei partecipanti: trovare il nome del candidato, condiviso e sul quale si sarebbero trovate tutte le forze politiche della coalizione del centro sinistra. Invece, a quanto ci risulta, l’accordo non ci sarebbe stato e la scelta sarebbe stata rinviata ad altra data da definirsi, con poche speranze di trovare la quadra. Le carte in tavola sono cambiate di punto in bianco, e il mazziere avrebbe deciso di lasciare il tavolo verde per “passare” ad altro tavolo, meno corposo evidentemente, ma anche senza trappole. Un susseguirsi di telefonate con interlocutori regionali e nazionali avrebbero consigliato una pausa di riflessione. Una nuova battuta d’arresto insomma, mentre il tempo scorre e il 2023 è dietro l’angolo. Sul tavolo resterebbero due figure, quella proposta dal PD, Cesare Zippilli e Giammarco Marcone di Rinascimento Atriano. I dem non fanno un passo indietro sulla scelta fatta e non convergerebbero su Marcone, il quale non ha alcuna intenzione di farsi da parte, salvo un nomee condiviso che c’era ma che sarebbe uscito fuori dalla trattiva, per propria volontà. Perdere tempo dietro ad una ricerca spasmodica e tardiva potrebbe essere controproducente, specie ora che l’elenco delle priorità  da mettere in programma è lungo e complesso.  

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