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Pineto in zona rossa con molta confusione tra i decreti nazionali e regionali

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Da  sabato 6 Marzo è entrato  in vigore il DPCM a firma Draghi con tutte le misure adottate dal Governo per far fronte all’emergenza da Covid-19. Resta il sistema delle zone classificate per colore sulla base dei livelli di rischio e, com’è noto, anche Pineto dallo scorso  4 marzo è stata inserita in una zona definita inizialmente ‘rossa’, ovvero  quella con maggiori restrizioni.

Una situazione che non manca di generare qualche confusione tra i cittadini e anche tra gli amministratori, come ad esempio il Sindaco della neo città rossa, Pineto, il quale dichiara:” tra il Dpcm nazionale e l’ordinanza del Presidente della Regione Abruzzo ci sono però delle differenze, in particolare sull’apertura dei parrucchieri e delle scuole dell’Infanzia e i nidi. Nel nostro territorio-prosegue Verrocchio- queste realtà restano aperte. Il Presidente Marsilio, infatti, parla della nostra area come di una zona non più definita rossa, ma nella quale ci sono maggiori restrizioni rispetto alle zone arancioni. Insomma Pineto è rossa ma non come altre città. Perché a fronte di decreti governativi ne arrivano altrui regionali e la confusione regna sovrana, come ammette sconsolato lo stesso primo cittadino: “ e’ un fatto però che questo modus operandi genera confusione nei cittadini, negli operatori e anche in noi amministratori. Numerose le telefonate che ho ricevuto in questi giorni- chiarisce Verrocchio- con richieste di chiarimenti sulle disposizioni in vigore: confuse, discordanti e a volte contraddittorie.

Quanto alle scuole la preoccupazione resta alta, puntualizza il sindaco.  “Si parla di riaprirle alla luce delle vaccinazioni effettuate ai docenti nella nostra regione, ma è evidente che i ragazzi non lo sono e che, nonostante io sia favorevole alla didattica in presenza, non possiamo non tener conto dei dati e pensare che la sola vaccinazione al personale docente e non docente possa cambiare le cose.”

Questa confusione, queste notizie così confuse e spesso non condivise-conclude il Sindaco – minano la credibilità delle istituzioni, che dovrebbero invece essere un riferimento chiaro per i cittadini per meglio gestire una quotidianità già complessa e difficile.

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